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Channel: Caccia: Racconti Venatori e Storie di Caccia dei Cacciatori Amici di Caccia Passione
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Apertura Caccia: Il Fascino della Caccia in Sardegna

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Apertura Caccia: Il ricordo della prima apertura di caccia a cui si partecipa da ragazzi è indelebile nella memoria. Il racconto della prima caccia in Sardegna.

Ricorderò il fascino dell’apertura della mia prima stagione di caccia finché vivrò. Avevo poco più di diciotto anni, neo-abilitato, ma già da quando ne avevo quindici mi sentivo un cacciatore. Che ci volete fare, con un padre e tre zii che amano più la caccia e i boschi che qualsiasi altra cosa, non potevo appassionarmi a nient’altro che alla caccia e alla pesca. E già, perché quando non si poteva correre fra i campi, ci si avventurava per mare.


Caccia in appostamento alle anatre in Lomellina

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Caccia alle anatre e ai beccaccini in Lomellina: Giovanni racconta del suo capanno e del suo amore per la caccia in appostamento..

Forse non tutti lo sanno, ma la Lomellina è una bellissima zona della Pianura Padana che occupa il versante sud occidentale lombardo i cui limiti sono ben definiti dal Sesia ad ovest e dal Po a sud, dal Ticino ad est e dalle Colline Novaresi a Nord.

La zona famosissima per la coltivazione del riso è ben frequentata da cacciatori che di norma sono cresciuti e vivono nei dintorni tutti da scoprire. E’ anche il mio caso: sono nato a Vigevano e da che ricordo amo la vita all’aria aperta e la caccia.

Caccia alla Beccaccia, Scacco Matto alla Regina del Bosco..

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Caccia alla Beccaccia: Nuove e vecchie generazioni di cacciatori a confronto, quel che l’esperienza può insegnare all’entusiasmo nel racconto di Giovanni.

Di andare a caccia di beccacce con un fucile in mano, ho avuto desiderio ardente fin da ragazzino. Non per il gusto della violenza, che non mi appartiene e nemmeno perché considero la caccia uno sport!

Per me andare a caccia è una cosa seria, un confronto con la natura, un modo per viverla e tutelarla: mio padre d’altronde era un cacciatore di quelli veri, dotati di etica e di valori che mi ha trasmesso.

Caccia solo quello di cui hai bisogno, ama l’ambiente, abbi rispetto della tua preda sono alcune delle regole che cerco di passare ai nuovi cacciatori di oggi: purtroppo non è così semplice!

Caccia ai Tordi in Calabria. Ricordi d'altri tempi di Caccia ai Tordi..

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Caccia ai Tordi - "Un Carniere Eccezionale". Ho preso la licenza di caccia a 16 anni nel marzo 1963 e da quando ho terminato il liceo nel 1965, le mie giornate sono regolate sulla caccia anche perchè nel mio paese sono tutti cacciatori (di tordi!).

Dunque da giorni in paese si vocifera di favolosi carnieri realizzati in Calabria da Peppino, figlio dell'armiere Vito, Raffaele che lavora nell'armeria e pochi altri. Mio zio Franco, colui che mi ha trasmesso il "sacro fuoco" sin da bambino e che insieme ad altri 4/5 amici costituisce la mia comitiva di caccia è molto amico sia di Vito che di Raffaele e cerca di sapere dove si trova questo misterioso posto.

E' un sabato pomeriggio e sono a casa quando verso le 19 mi arriva una telefonata di zio Franco: "Vieni subito all'armeria!". Rimango alquanto stupito della telefonata e in 5 minuti sono sul posto. Mi fanno passare nel retrobottega dove trovo Peppino, Raffaele e zio Franco.

Ricordi Venatori: a Caccia sulle rive del Po’

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Racconti Venatori: Sul Po’, per quella che è la mia esperienza, se vuoi cacciare acquatici non devi temere il freddo, o meglio, devi essere in grado di sopportarlo, perché si parte presto per le giornate venatorie e l’umido si taglia a fette e ti entra nelle ossa, esattamente come l’entusiasmo per la giornata che sta per cominciare..

Mio padre disponeva di un favoloso palchetto: c’era un capanno di canne nel quale stavamo comodamente in tre, io, lui e Giovanni, e anche il barchino con il quale lo raggiungevamo si nascondeva perfettamente in quel tripudio di canne. L’appuntamento solitamente era per le 4 del mattino: ricordo che la levataccia non mi è mai pesata. Oggi se mi chiedessero di alzarmi alle 4 del mattino per andare a lavoro manderei a quel paese qualcuno, ma la caccia è la caccia, e quando lei ti chiama, tu rispondi. Una tale dedizione l’ho percepita solo negli occhi dei miei amici pescatori! Dal rimessaggio ci si metteva circa 15 minuti per raggiungere l’appostamento: erano minuti di gelo e il freddo non faceva altro che intorpidirci e rallentarci: ma io e Giovanni, mio fratello, eravamo poco più che bambini e il freddo non ci spaventava; il vero eroe era nostro padre!

Franchi Sintonia Naturale condivide Emozioni di Giovane Cacciatore Toscano

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Franchi - Sintonia Naturale: Questo mese vogliamo condividere una lettera appassionante di un giovane cacciatore Toscano, che ci è arrivata. Il cacciatore di 19 anni ci scrive quanto segue.

Finalmente dopo tanti anni di passeggiate e una passione sempre crescente, ma mai soddisfatta (non capisco come mai in certi paesi si può cacciare a 16 anni e in Italia no) sono riuscito ad andare a caccia con il mio adorato Brick, un setter bianco arancio di 5 anni.

La giornata non era prettamente autunnale, faceva un po’caldo, ma il cielo era di un bel blue. Non appena arrivato sul luogo di caccia ho preso il mio fucile, un Affinity cal. 20, che mio padre mi ha regalato due settimane fa, ho liberato il cane e sono partito. Nonostante abbia visto e camminato su questi campi centinia di volte, quel giorno tutto mi sembrava diverso.

Caccia alle Anatre in Botte: La Saggezza Popolare

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Caccia in Botte: Racconto di Caccia alle anatre nelle zone umide pugliesi inviato dal nostro Amico lettore Riccardo.

Siamo nell’autunno 1991 e per il mio amico Giammario (Beghelli!) ed io è un periodo favorevole per la nostra passione della caccia alle anatre poiché riusciamo abbastanza spesso ad ottenere inviti per andare in valle:  Daunia Risi e  San Floriano (FG).

Il mio secondo figlio Francesco, che ha 14 anni, è anche lui appassionato di caccia e mi assilla perché vuole venire in botte con noi. Arriva un invito alla San Floriano e sono costretto a portarlo con noi. Partenza alle 3,30 da Bari per Zapponeta dove l’appuntamento al casone di caccia è per le 4,30.

All’arrivo, come al solito grande confusione con il responsabile che compila i permessi in una ressa indescrivibile. Arriva il nostro turno e ci viene destinata una botte discreta nella vasca “Zarattini”: la botte n.12!

Caccia al Cinghiale nelle Ridenti Terre del Morellino di Scansano

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Caccia al Cinghiale: Per la nostra squadra, la caccia al cinghiale ha sempre rappresentato il clou della nostra lunga esperienza venatoria. Abbiamo sempre amato cacciare, per passione, ma anche per amore del rischio e per godere della saporita carne del cinghiale maremmano, forse unica preda a rispettare le vere origini di questa razza suina selvatica.

La notte prima della partenza avevo già sognato di assaggiare la carne arrosto di un bel cinghiale nero, magari di una scrofa di grossa portata. Dopo le nostre battute, sempre magnificamente riuscite, abbiamo provato l’ebbrezza di gustare il frutto delle nostre fatiche: la carne arrosto del cinghiale condita con salmoriglia in umido, una vera delizia…

Quella mattina di novembre speravamo di ripetere i successi dello scorso anno, ma non ne eravamo sicuri, anche perché le regole per cacciare cambiano in continuazione ed il caposquadra si era fatto carico di controllare i nuovi regolamenti di caccia del territorio prescelto per le nostre battute.


Il mio primo cinghiale…quasi!

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La Caccia al Cinghiale cela sapori antichi che si perdono nelle notti dei tempi, cosi come le tradizioni e regole non scritte tramandate da generazioni nelle vene dei cacciatori che praticano questa emozionante caccia alla scova di sua Maestà, Il Cinghiale.

I cani abbaiano in lontananza, sono ancora molto lontani in effetti e non riesco ancora a capire se vengono nella mia direzione. Dovrò attendere ancora un po’ scrutando i cespugli e gli alberi intorno a me sperando di percepire un rumore, un movimento e finalmente quella macchia nera stagliata nel verde, un cinghiale. Mi sento un po’ nervoso in effetti, sarà l’emozione visto che è la mia prima battuta di caccia al cinghiale; per anni ho desiderato partecipare e finalmente mi è capitata l’occasione di far parte di una squadra di caccia al cinghiale. Devo ringraziare Antonio, un amico cacciatore che tante volte mi aveva raccontato delle battute di caccia a cui aveva partecipato con la squadra di cui fa parte; la settimana scorsa  Antonio mi ha chiamato per invitarmi a partecipare avvisandomi che per la battuta di oggi sarebbe mancato uno dei cacciatori e quindi si sarebbe liberato un posto per me.

Caccia con l'Astore, Avventura venatoria di caccia alle starne col rapace..

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A caccia col rapace: L’esperienza di Vittorio a caccia di starne con un astore. Caccia antica e rispettosa della natura, una volta conosciuta non la si dimentica tanto facilmente visto che al ritmo dell’uomo sostituisce il più pacato e piacevole ritmo della natura.

Non mi ricordo nemmeno bene la trama e il titolo del libro che ho letto molti anni fa, quando ancora ero ragazzo. Quel che ricordo bene è che il protagonista viveva in simbiosi con il suo rapace che lo aiutava come un fedele segugio, forse anche meglio, durante le fasi di caccia. Mio padre questo genere di attività venatoria non l’ha mai praticata, e temo non se ne sia mai fatto un cruccio e pure io ho messo presto da parte il mio sogno, visto che non è così semplice avvicinarsi all’attività. Ci vuole dedizione, pazienza e soprattutto professionalità: il fatto è che qualche mese fa, a cena a casa d’amici, ho conosciuto il marito di una buona amica di mia moglie. Ero preparato a una serata noiosissima, e lui pure, ma ad un tratto abbiamo scoperto d’avere in comune la passione per la natura, per la caccia e per le giornate da vivere all’aria aperta.

Asso, piccolo grande cane!!

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Non nascondo  che, lo scorso 1 giugno, quando  raggiunta l’ abitazione dei  miei genitori, alla Casella di  Bibbiena, mia mamma, affacciandosi  alla finestra, mi ha detto, con tono commosso “E’ morto  Asso”, sono scoppiato in lacrime, come un bambino in fasce.

Asso , epagneul breton maschio, nasce  nel  maggio  del  1998 da Dik, mio primo  cane, x Elly dei  Tre Monti; fin da giovanissimo, ha dimostrato le sue importanti qualità: senso  del  selvatico, buon naso, ferma solida, grande resistenza, azione e cerca oltre la nota, per ciò che si  richiede ad un continentale estero; inizialmente, peccava nel  riporto, dote che acquisì all’ età di  tre anni. Ricordo  ancora l’ ottimo giudizio espresso su Asso, ad un anno di  età, dal  giudice cinofilo Antonio Sanchini, in occasione di una prova amatoriale di  caccia pratica su  starne liberate, ove si  classificò primo  di  categoria. Al termine della relazione sul  turno  di  prova, il giudice aggiunse: “buon soggetto, che, sono sicurò, darà grandi  soddisfazioni a questo  giovane cacciatore”. Così è stato ed è per questo  che ho  sentito il dovere ed il piacere, dal più profondo  del  cuore, di  scrivere per il mio Asso quanto leggete.

Caccia: La lepre che si trasforma in Fagiano

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Racconti di Caccia: L’autunno è alle porte, e per quanto si ritenga che sulle isole le stagioni fredde lo siano meno che altrove, chi ha provato l’umido, il maestrale e la tramontana sa che si tratta di un’emerita baggianata.

Ciò non toglie che anche durante le giornate di vento e di pioggia promessa, io scappi via da casa e mi diriga in quel piccolo boschetto a pochi chilometri dalla mia quotidianità che ogni volta mi accoglie come un amico.  Da qualche anno caccio meglio in solitaria, da che gli amici di vecchia data non ci sono più e anche se a fine giornata porto a casa poco o niente pazienza, l’importante e respirare aria pulita, non sentire il telefono squillare e dimenticare per almeno qualche ora i problemi di tutti i giorni. Ora che mi preparo a questo nuovo autunno che arriva, mi viene in mente dell’avventura che ho vissuto l’anno scorso mentre dividevo la mia bella giornata di caccia con il caro York Setter e con un giovanissimo Setter.

A caccia di cinghiali con il nonno..

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Caccia al cinghiale: Il fascino della caccia al cinghiale come arte che passa da una generazione all’altra. Nipote e nonno a caccia di cinghiali insieme.

Sono fortunato: i miei genitori hanno deciso di sposarsi molto giovani e questo mi ha avvantaggiato in almeno due modi diversi, ho genitori giovanissimi e ho ancora la possibilità di andare a caccia in compagnia di mio nonno che oramai ha i capelli bianchi e non ci vede più come un tempo ma di esperienza ne ha da vendere. Delle volte viene con noi anche solo per mangiare un panino su in montagna, o per bersi un buono bicchiere di rosso in compagnia ma va bene così. Spero anche io d’avere voglia, a 86 anni, di salire in montagna con in braccio il mio fucile. Ci metterei la firma!

E’ stato lui ad insegnarmi tutto quello che so in fatto di armi, animali, montagna e caccia: mio padre, non ci crederete, odia tutto questo, quindi la felicità di mio nonno quando ha trovato un nipote particolarmente ricettivo in fatto di arte venatoria ve la potete facilmente immaginare. La caccia che entrambi preferiamo? Quella al cinghiale chiaramente, anche se oramai nonno Vittorio non partecipa più, non attivamente per lo meno.

Corsa alla lepre: un’avventura da ricordare..

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Ricordi di una caccia alla lepre da raccontare: l’entusiasmo non ha età e possiede fiato da vendere. L’avventura di Giacomo e del suo sacro graal: la lepre.

Ora che è arrivato il freddo, ricordare la calda apertura della caccia alla lepre di qualche anno fa non può che far piacere. Visto che la legna non basta per riscaldare questa stanza non mi resta che ricordarmi di quanto può essere esasperante il caldo e sul finire della stagione estiva del 2011 l’afa era davvero insopportabile. Solo 4 pazzi come noi potevano andare a caccia comunque: il gruppo dei soliti noti è costituito ancora oggi da me, mio figlio, mio padre e mio fratello; la famiglia al completo, e ogni giornata di caccia è una festa. Ne approfittiamo per allontanarci dalle donne di casa che sono le migliori che si possa desiderare, ma parlano, parlano, parlano sino allo sfinimento. Sicché anche quel giorno di fine estate, si è deciso di partire alla volta della caccia alla lepre, visto che da quando ho la licenza ne ho cacciate davvero poche. Insomma io e le lepri abbiamo un conto aperto, ma pare che loro non siano per niente spaventate da questo fatto. Quella mattina l’appuntamento era sotto casa per le 4 del mattino.

Caccia al camoscio in alta quota

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Caccia al Camoscio. La bellezza della caccia al camoscio ad alta quota: natura, avventura e sforzo fisico fanno di questa specialità venatoria una delle più gratificanti. Per praticarla è richiesta non solo esperienza, ma grande rispetto per la montagna, per la natura e per le condizioni meteorologiche.

La caccia al camoscio è un’avventura: io ogni volta che ne parlo la definisco così e come ogni avventura non è adatta a tutti. Ti deve piacere la montagna, ti devi trovare a tuo agio con il freddo e soprattutto devi essere preparato fisicamente perché il camoscio vende la sua vita a patto che tu sudi molti gilet. Ho imparato a rispettare la montagna fin da ragazzina; papa mi portava con sé visto che a me camminare piaceva e da quel che diceva lui sembravo una capretta. Ancora oggi riesco ad arrampicarmi praticamente ovunque e ad entrare in perfetta simbiosi con la natura. La prima cosa che devi imparare se vuoi andare a caccia di camosci è che la natura è capricciosa e il tempo può cambiare in qualsiasi momento. Le giornate prima della caccia, quando ancora c’era papa e non c’era il meteo.it le si trascorreva a guardare il volo degli uccelli, le nuvole e il cielo notturno.


Racconti di caccia: anatre dal capanno negli USA

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Caccia alle anatre, una passione che non conosce confini: Riccardo racconta le sue esperienze passando da Roma fino al Montana e all’Alaska.

Ci si innamora della caccia alle anatre mai per caso, ma per una predisposizione genetica. A me il colpo di fulmine mi ha letteralmente folgorato durante una vacanza in casa di un carissimo amico di scuola. Allora ero ancora all’università e pur di fuggire dai libri si faceva davvero di tutto. Alberto mi portò in quello che oggi è diventato un meraviglioso parco naturale a Fogliano, poco a sud di Roma, con suo padre che mi iniziò a quella forma di caccia che in pochi conoscono: in botte o dal cestino come amava chiamarla lui. Il capanno era detto cestino in quanto composto da frasche posizionate con cura su una piattaforma di legno. Il tutto veniva lasciato sull’acqua e lo si poteva raggiungere esclusivamente con una piccola imbarcazione. Potete immaginare il mio disagio quando mi chiesero di montare su quel barchino: io vivo in montagna e l’acqua navigabile la vedo di rado.

Caccia alla Beccaccia in Sicilia

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Caccia alle Beccacce siciliane: Le emozioni di un cacciatore siciliano che scopre il fascino della caccia silenziosa alla beccaccia.

Mio nonno ha cacciato beccacce fino all’età di novant’anni. Mio padre ha cacciato beccacce fino a qualche anno fa. Entrambi hanno sempre appeso al collo dei propri ausiliari un piccolo campano di segnalazione, che i boschi della nostra Sicilia, non ci crederai, ma sanno essere particolarmente fitti, e le montagne piuttosto scoscese. Io ho imparato tutto da loro due, ma negli ultimi tempi le cose sono piuttosto cambiate e la mia insegnante è diventata la beccaccia, la regina o come mi piace chiamarla, il fantasma.

La verità è che mio nonno non conosceva la pressione venatoria cui oggi sono sottoposte le beccacce e tanto meno mio padre, che quando ha iniziato ad averne un assaggio aveva già i suoi acciacchi e stava pensando di abbandonare la caccia. Io che di anni di caccia ne dovrei avere davanti ancora un bel po’, a Dio piacendo, più che abbandonare ho preferito trovare una soluzione al problema, e la soluzione che sono riuscito a trovare è stata una solamente: cacciare in silenzio.

Caprioli alla cerca..La mia Pirsh

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Caccia al Capriolo: Mario racconta quel che per lui è la caccia alla cerca dei caprioli: avventura, emozioni, ricordi e passione che si ereditano e si lasciano in eredità.

E’ una caccia difficile da raccontare, difficile da praticare, difficile da insegnare eppure chi la pratica riceve in cambio sensazioni di puro appagamento. Sarà per i boschi all’interno dei quali vivono i caprioli, case di fate, troll e folletti, sarà per il fascino di questo selvatico, sarà per il silenzio e per la tranquillità che fa da compagnia a questa pratica. Non so nemmeno io il momento nel quale ho imparato la caccia alla cerca dei caprioli: in tutta la Mitteleuropa la chiamano Pirsch, ma per mio padre era semplicemente caccia, l’unica che conosceva, la più bella. Fin da ragazzino l’ho seguito e oggi mi faccio seguire da mio figlio. Ho sempre amato questo aspetto della caccia, regala continuità e si tratta di un ottimo collante fra padre e figlio. Le regole da seguire, che mio padre mi ha letteralmente inculcato da che ero bambino sono almeno tre: per cacciare i caprioli alla cerca bisogna essere silenziosi come delle pantere, misurati nei movimenti e avere un occhio preparato, in grado di notare qualsiasi dettaglio e qualsiasi movimento.

Caccia alla Lepre con il segugio..

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Caccia alla Lepre: Il racconto di una giornata di caccia alla lepre difficile ma intensa, ricca di emozioni, durante la quale il segugio e la sua intelligenza venatoria sono state in grado di fare la differenza.

Questa ve la devo proprio raccontare, perché quando ti capita fra le mani un cane tanto eccezionale l’unica cosa che puoi fare è ammirarne la tecnica, chiederti come diavolo faccia a scovare sempre la lepre, e fartelo ammirare da tutti i tuoi compagni, che diciamocelo, sotto sotto pensano che tu quel segugio mica te lo meriti per davvero. Eh già perché non c’è razza che tenga, e nemmeno addestramento: il senso del selvatico o lo si ha, o non lo si ha. Può essere incrementato dalla voglia di soddisfare il padrone, ma con questa dote ci si nasce e Fischio ci è nato.

Me lo hanno regalato qualche anno fa, e te lo dico sinceramente, non lo volevo per niente. E’ un incrocio tra segugio italiano e posavatz, e io che fino a qualche tempo fa avevo la puzza sotto il naso, non credevo che gli incroci potessero regalare tanto al cacciatore. Mi sono dovuto ricredere. Fischio fin da subito si è dimostrato un eccezionale cane da lepre, qualunque fosse la giornata nella quale lo mettevo sul campo: caldo, vento, umido, pioggia, lui una lepre me la stanava sempre.

Caccia al cinghiale: Sul poggio del Torrino tra verri e trenini..

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Nella moderna caccia al cinghiale, quella per intendersi dei grandi numeri, le battute che ancora sono capaci di lasciare il segno non sono molte. Oggi le cacciate che rimangono impresse nella memoria di tutti divengono allora quelle durante le quali il valore dei contendenti, segugi, irsuti e sapiens trovano la massima esaltazione. Insomma quelle giornate al termine delle quali, a prescindere dal numero dei capi abbattuti, tutti vorrebbero dire con immenso orgoglio: quel giorno c’ero anch’io!

Testo di Federico Cenci

Dopo tanta acqua finalmente il sole. Fortunatamente anche quest’anno con la squadra del Castellaccio abbiamo potuto godere di almeno un paio di cacciate di quelle che non si scordano. Battute dove segugi, canettieri e postaioli hanno saputo lavorare in perfetta sinergia riducendo al palo anche alcuni di quei verracci davvero poco raccomandabili che, come si usa dire in gergo, sanno «leggere e scrivere»! Quest’inverno almeno qui in Toscana il maltempo ha superato davvero se stesso, mettendo a dura prova anche i cinghialai più navigati. Così dopo circa due mesi di pioggia quasi ininterrotta, finalmente quel sabato mattina l’aria asciutta di tramontana sospinse lontani le nubi e ci regalò un sole raggiante.

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